L'ha uccisa perchè aveva paura che le soffiasse il posto

TERAMO – E’ stata trasferita nel carcere di Teramo, dall’ospedale di Giulianova dove era ricoverata, T.L.A., la badante etiope di 54 anni, accusata dell’omicidio della collega Gabriella Baire, 62enne eritrea, il cui cadavere è stato trovato nel tardo pomeriggio di ieri in un sottotetto di un condominio dove entrambe assistevano una centenaria costretta sulla sedia a rotelle. I sanitari hanno dimesso la donna, che si era fatta ricoverare per un principio di avvelenamento dopo aver ingerito sembra della varechina, forse per simulare un tentativo di suicidio, nel pomeriggio di sabato, dopo cioè aver compiuto il delitto e aver anche provocato, forse dolosamente, un principio di incendio dell’appartamento dove viveva con l’anziana. Alla T.L.A. il pubblico ministero Davide Rosati contesta l’omicidio volontario, per aver ucciso a colpi di spranga la collega. Tra le ipotesi avanzate dagli investigatori, il movente del furioso litigio scoppiato tra le due e del successivo delitto potrebbe essere nei motivi di lavoro ed economici: la sospettata forse temeva che la Baire volesse sostituirla nel rapporto di assistenza con l’anziana invalida e per questo sottrarle una fonte di sostentamento. Secondo alcune indiscrezioni, a confermare i sospetti degli inquirenti ci sarebbe il ritrovamento di alcuni indumenti sporchi di sangue appartenenti all’etiope e dei quali la stessa avrebbe cercato di disfarsi perchè compromettenti. Ma il peso più importante tra gli indizi a carico della donna sarebbe quello della confidenza del delitto fatta ad una sua amica e da questa riferita ai carabinieri del reparto operativo di Teramo che indagano sul caso. Nel pomeriggio di oggi all’obitorio dell’ospedale di Teramo il medico legale Giuseppe Sciarra terrà un’ispezione cadaverica, mentre l’autopsia non sarà eseguita prima di domani pomeriggio. Allo stesso modo l’udienza di convalida del fermo potrebbe tenersi mercoledì o giovedì.